La notizia che quella corrente sarà l’ultima estate del Billionaire mi ha sconvolto. Il ferale annuncio di Flavio Briatore mi ha bruciato peggio di Minosse, Caronte e Scipione messi insieme. Non riesco a rassegnarmi all’idea che l’Italia non ospiti più questo moderno tempio del lusso, dell’eccesso, della cafoneria.
Addio alle superstappate di champagne, niente più abbuffate di caviale, niente più divette scosciate e divetti ammiccanti. Niente Lele Mora e Valeria Marini. Niente magnati russi e cummenda del Nord-Est. Si chiude un’epoca tra sobrietà, loden e controlli fiscali.
Stupisce che nel paese dei comitati “no qualsiasicosa!” non si sia levata una voce a difesa del Billionaire, del suo patron, dei suoi frequentatori, ma soprattutto dei suoi lavoratori e dell’indotto che il lusso genera. Nessun deputato, nessuna associazione, nessun intellettuale è sceso in campo per difendere i bagordi estivi firmati Briatore. Neanche un sito o un tweet mentre contemporaneamente si moltiplicano le campagne in rete contro l’uccisione dei cani randagi in Ucraina, la salvaguardia del fringuello muschiato in Aspromonte e della menta selvatica in Carinzia.
Sono scandalizzato da tanta ignavia! Se c’è un’industria che tira in tempi di crisi è proprio quella del lusso e dell’eccesso. Se c’è qualche riccastro cafone pronto a spendere centomila euro per una tavolata al Billionaire che sia il benvenuto. Quella spesa eccessiva e rutilante darà lavoro a decine di camerieri, pierre, fornitori, produttori. Difendiamo il Billionaire, difendiamo l’industria del lusso, difendiamo i ricchi scemi ed esibizionisti che vogliano spendere i loro soldi nel falò delle vanità. Difendiamo i lavoratori che, ci pensino bene coloro che esultano per la chiusura, da settembre in poi resteranno a spasso.
Non amo simili locali, né posso permettermeli. Ma se c’è chi ama frequentarli con annessi e connessi avendone le possibilità facciamo di tutto per accontentarli. Dieci, cento, mille Billionaire in ogni angolo d’Italia. Purchè tutti paghino, insieme al conto del locale, anche le tasse fino all’ultimo centesimo.