Televisione? No…. Grazie! Non sono impazzito. La mia attività professionale in televisione mi aiuta a pagare le bollette, ma a volte debbo constatare con rammarico che il tubo catodico è troppo, davvero, troppo invadente.
La giornata festiva era stata piovigginosa. Il progetto familiare di gita fuori porta era naufragato per le condizioni meteo e per quella pigrizia da svacco che ogni tanto è benefica per ricaricare le pile. Scesa la sera però, per non buttarci sul divano davanti alla televisione, abbiamo deciso di andare a mangiare una pizza.
Stiamo poco insieme ed una cenetta fuori casa è una bella occasione per scambiare due chiacchiere in serenità e senza l’assillo dell’orologio. Il locale è accogliente, la giovane cameriera gentile, il pizzaiolo ispirato. Mangiamo con gusto la pizza ed in attesa del dolce parliamo degli esami universitari che attendono mia figlia Ilaria e del torneo di calcetto d’Alessio. C’è da comprare un climatizzatore per rinfrescare il soggiorno e si discute anche un poco di politica.
Fino a quel momento non mi ero accorto che nella sala, era acceso il televisore. Me ne rendo conto dagli sguardi degli avventori intorno a noi. Sono tutti fissi verso un punto in alto. Verso lo schermo che irradia una puntata di nonsobenequalereality. Una coppia di fidanzati non dice una parola ma segue con attenzione la trama, un gruppo di amici non conversa per non lasciarsi sfuggire neanche una battuta. Ed i vivaci bambini del tavolo accanto sono ammutoliti. La televisione ha di nuovo calamitato l’attenzione.
La televisione ha distrutto la conversazione e la convivialità. Succede sempre più spesso. Ma perché i ristoratori accendono la tv in sala ? Perché affidano al telecomando e non alle pietanze il successo della serata?