Gigi Buffon non è il mio capitano. Un tizio così non merita la prestigiosa responsabilità di alfiere della Nazionale. Avrei imbarazzo ad applaudirlo mentre solleva il trofeo continentale dopo aver parato rigori decisivi e fiondate avversarie.
Buffon è bravissimo tra i pali ma pensieri, parole, opere ed omissioni lasciano qualche dubbio. E non parlo degli aspetti giudiziari che sono tutti da approfondire e valutare. Parlo della dimensione morale di un atleta che non si rende conto di esser anche un simbolo, un punto di riferimento, un ideale da raggiungere per tanti giovani e giovanissimi.
Caro Buffon, lei che di sospetti sulla sua gentile consorte è costretto a patirne tantissimi, si ricordi che la moglie di Cesare non deve esser neanche sfiorata dall’ombra del sospetto. E francamente non mi piace che un atleta del suo rango e dei suoi guadagni possa movimentare denaro in cotal guisa.
Lei dice che dei suoi soldi può fare quel che crede. E’ vero fino ad un certo punto. I suoi soldi provengono dal sudore della fronte dei suoi tifosi che lavorano una settimana per poter acquistare un biglietto di tribuna.
Costoro hanno diritto a non aver nessuna remora nei suoi riguardi, hanno diritto a non esser sfottuti per la rete subita contro il Lecce, hanno diritto che la loro squadra sia sempre e solo Juventus e non Rubentus. Ma chissà se questo lei può capirlo in base ai suoi personalissimi parametri etici per i quali un pareggio di comodo ci può stare, una rete subita si può negare ( Mountari docet). Ma forse ha ragione lei. La nostra Italia è quella delle case e delle lauree comprate sempre all’insaputa del beneficiario.
Non mi piace, non mi piace per nulla. Potrà dunque pur indossarla la fascia di capitano della Nazionale agli Europei ma per me quel brandello di stoffa non avrà nessun valore simbolico. In questo caso l’abito non fa il monaco.
E voi pensate che Buffon possa esser il degno capitano della Nazionale di calcio?