Finalmente sarà legge. Niente seno nuovo per le under 18 salvo che in caso di gravi malformazioni congenite o di gravi patologie mammarie. Il Parlamento ha varato il divieto per tutelare la salute delle giovinette italiche sempre più desiderose di un seno diverso da quello del quale le ha dotate madre natura.
Chi ha la prima misura vuole tette da pin-up, chi è dotata di quinta vuole il puntino esclamativo. Piccolo o grande che deve diventare poco importa. Basta esser alla moda, basta cambiare d’aspetto con la complicità di sedicenti medici estetici che per soldi non esitano ad intervenire su delle bambine.
I rischi per la salute sono gravissimi, specialmente nell’età dello sviluppo che porta grandi cambiamenti fisici ed umorali, così come quelli per il conto in banca. Ma cosa importa? L’importante è dotarsi delle tette giuste per sostenere il provino del Grande Fratello, imbucarsi in qualche bunga-bunga, conquistare il primato del sex-appeal idiota.
Ed i genitori aprono il portafoglio estenuati dai capricci della loro lagnosa bambina. Ma guai a scontentarla. E che tette nuove siano per prepararle al meglio ad esser protagoniste dell’effimera società dell’apparenza. Io credo che il cervello di costoro sia microscopico come un seno misura sottozero!
Ma basterà la legge ad impedire l’irrimediabile profanazione e l’avvilente mercificazione del corpo femminile ? Temo che siano già pronti i viaggi della speranza estetica verso qualche paese meno restrittivo del nostro. Temo che siano già pronti i laboratori clandestini dove le tette nuove saranno confezionate esentasse e senza le minime precauzioni chirurgiche.
Un tempo per proclamare la propria voglia d’emancipazione le donne bruciavano in piazza il reggiseno dopo essersene provocatoriamente liberate pubblicamente. Erano meravigliosi quei topless. Profumavano di libertà e nessun ricorda se quei seni fossero grandi o piccoli, a pera o a melone. E’ triste che, oggi, per proclamare la propria femminilità quel reggiseno debba esser imbottito di silicone.