Ecco un tentativo di tutela legale a favore della valorizzazione degli edifici pubblici: il concorso fotografico MACRO 2%.
“Rope” di Arthur Duff e “Orizzonte Galleggiante” di Nathalie Junod Ponsard sono le opere vincitrici del concorso che vede ancora una volta Roma come protagonista.
Il nome del concorso è stato preso proprio dalla legge 717 del 29 Luglio 1949 (conosciuta come “legge del 2%”) per cui: “le Amministrazioni dello Stato […] e tutti gli altri Enti pubblici, che provvedano all’esecuzione di nuove costruzioni di edifici pubblici […] devono destinare all’abbellimento di essi mediante opere d’arte una quota non inferiore al 2 per cento della spesa totale prevista nel progetto”.
Non stiamo parlando di cifre insignificanti se pensiamo che l’importo complessivo destinato alla realizzazione delle due opere è stato di € 405.233,12, ma tutto sommato l’arte è uno dei fattori più importanti per l’economia del turismo italiano, oltre, naturalmente, al valore culturale che ha a prescindere da qualsiasi fine monetario.
Le due opere vincitrici hanno una caratteristica in comune, richiesta proprio dal bando del concorso, sono destinate a due zone di passaggio all’interno della nuova area espositiva del MACRO, sono realizzate con coerenza rispetto allo stile architettonico del museo romano e ruotano intorno al tema “dell’intervento sulla luce”.
Camminando attraverso il museo s’incontrano le opere e si entra quasi inconsapevolmente in contatto con le opere “attraversando lo spazio”.
Ecco l’opera “Rope” di Arthur Duff nella zona del vano ascensori, al primo livello interrato del MACRO – “zona di passaggio dall’ombra del parcheggio alla luce del foyer” – e la scala che collega Via Nizza con la grande terrazza del museo sono gli insoliti spazi protagonisti dell’esposizione. Camminando attraverso questi spazi, sembra un pò di essere in una realtà surreale. Siamo già nell’opera e a dire il vero è proprio il confine tra spazio e opera che si assottiglia fino a non avere quasi più ragione di alcuna distinzione.
Il neon riproduce una sequenza di frasi tratte dal film di Hitchcock “Cat and rat cat and rat only who is the cat and who is the rat” e leggendo queste frasi sembra tutto ancora più surreale. Il visitatore è coinvolto, avvolto e protagonista, insomma è parte attiva nei suoi movimenti.
L’altra opera vincitrice è Orizzonte Galleggiante di Nathalie Junod Ponsard.
Un’installazione led realizzata nella zona della scalinata che collega direttamente lo spazio esterno del MACRO alla terrazza.
Colpisce il contrasto tra l’architettura dello spazio, così mastodontica e ferma e l’istallazione così colorata e vivace. I colori infatti variano in continuazione spaziando tra una vasta gamma cromatica e trasmettono un’idea di movimento a chi sta passando. Più diminuisce la luce e sterna e più intenso diventa il gioco di colori sui supporti al led. Queste variazioni cromatiche fanno in modo che le pareti appaiano in movimento e in effetti la sensazione che ho provato è proprio di un orizzonte mobile.
Le istallazioni ricordano non poco quelle del Guggenheim di Bilbao in Spagna.
Che sia quindi una tendenza artistica internazionale non ci sono molti dubbi e che si voglia rendere sempre più partecipe il visitatore anche. Ben vangano allora queste valorizzazioni e tutti gli stimoli che le nuove creazioni ci danno con la possibilità di aprire la mente a nuovi modi di vivere l’arte.