
The River, la serie tv che ha unito il genio dell’horror low cost Oren Peli e il sempre attivissimo Steven Spielberg, va in onda domani su Sky Uno con il secondo episodio. La serie appartiene al genere del cosiddetto mockumentary, vale a dire un finto documentario, come il celebre film The Blair Witch Project. I cameraman del nuovo programma tv, di cui il produttore finanzia la spedizione alla ricerca di un famoso esploratore scomparso, fanno parte del cast, interagiscono con i personaggi e la maggior parte delle riprese sono effettuate con la camera a spalla, per creare un effetto più realistico. The River, la serie tv che aspira ad emulare Lost, apre e chiude un mistero alla settimana, in ogni episodio i protagonisti affrontano nuovi fenomeni paranormali e li risolvono, definito da alcuni come un poliziesco vudù. Dalla prima puntata di The River, sembra che gli sceneggiatori abbiano fretta di far vedere tutto e passare subito all’azione, tralasciando anche la verosimiglianza dei fatti, mi riferisco all’evoluzione dei personaggi e in particolare a quello di Lincoln, il figlio dell’esploratore, che in 20 minuti passa dall’essere un medico scettico al farsi coinvolgere dalla magia senza troppe remore.