Amo molto il cibo di strada. Mi piace, quando non ho voglia di metter i piedi sotto il tavolo, fermarmi in qualche salumeria per farmi preparare una ricca colazione. Mi ero sempre chiesto perché la vulgata definisca colazione quello che si consuma ad ora di pranzo se non più tardi. Pensando bene però alla quantità di calorie ingurgitate il nome diventa più che appropriato: è il vero e proprio pasto più importante della giornata che compete con il breakfast inglese.
Il pane, adoro quello cafone, diventa il pretesto per addentare frittatone, melenzane alla parmigiana, ciccioli sale e pepe, salumi e sottolio, mozzarelle e ricotte. Una straordinaria bomba calorica della quale, per molti lustri, ho decisamente abusato. Al punto di dover correre ai ripari con drastica dieta ipocalorica. Latte scremato, insalata scondita, fettine di carne e pesce ai ferri, pochissima pasta e pane ancor meno.
Il giunonico salumerie ignorava questa mia restrizione e mi accolse con un sorriso afferrando già la consueta maxi pagnotta. Quasi piangeva quando gliene chiesi appena un tozzetto da farcire con una minuscola fettina di prosciutto sgrassato. Consumai masticando lentamente, è d’obbligo nelle diete, la mIcroscopica colazione ed alla fine mi recai alla cassa per pagare il conto. Avevo già i soldi in mano, ma il salumiere m’invitò a rimettermeli nel portamonete. “E che volete pagare? La bilancia per pesare quello che avete mangiato manco si è mossa!”
E voi come affrontate le privazioni delle vostre diete dimagranti e come gestite i sensi di colpa?