Come in ogni periodo di guerra “che si rispetti”, anche in Israele sono giunte delle limitazioni relative ai mezzi di comunicazione, oltre a quelli d’informazione. In particolare, nelle ultime ore è emersa l’esigenza di privare l’accesso ai soldati israeliani verso piattaforme come Facebook e Twitter, come confermato dal capo del corpo di intelligence per la sicurezza delle informazioni, Gadi Abadi.
E’ stato sempre quest’ultimo a precisare come sia riposta grande fiducia nei soldati, ma che ci sia anche piena consapevolezza del fatto che comunicare attraverso social network di simile portata comporta dei rischi molto elevati per la sicurezza, con la possibilità di divulgare involontariamente informazioni riservate. Quali saranno le reazioni da parte del popolo web oriented?